Che cos’è la periartrite?
Con periartrite intendiamo l’infiammazione della spalla. E’ una patologia che, nella maggioranza dei casi, ha un interessamento monofocale. Per questa ragione si differenzia delle malattie reumatiche che, al contrario, coinvolgono più di una articolazione. Il processo infiammatorio riguarda la cuffia dei rotatori ma si può estendere anche alla capsula articolare, ai tendini, ai legamenti o alla cartilagine.
Come si manifesta?
La sua manifestazione è simile alle malattie reumatiche. Nella zona della spalla sono presenti dolore e rigidità, quest’ultima è data da un generale ispessimento dei tessuti.
Quali sono i fattori di rischio?
Non esiste una sola causa ma molteplici fattori di rischio, in particolare:
il sovraccarico;
l’età;
il sesso;
la postura;
le problematiche metaboliche;
le malattie reumatiche.
La medicina oggi, suddivide la periartrite alla spalla in 3 fasi:
1. fase acuta: è presente dolore in tutti i movimenti della spalla;
2. fase sub-acuta: diminuisce la mobilità dell’articolazione;
3. fase cronica: il dolore diminuisce ma la mobilità non migliora.
Che cosa fare quando si ha il sospetto o si conosce di essere affetti da periartrite?
Per curare o tenere monitorata la patologia è importante rivolgersi ad un ortopedico o a un chirurgo della spalla che possa fare la diagnosi e gestire al meglio i sintomi nelle diverse fasi della malattia.
Il medico è in grado di diagnosticare la periartrite con una visita senza il ricorso ad esami specifici. Il genere, fa compiere dei movimenti o guida lui il movimento per capire se è presente rigidità e quanto è marcata. Solo in alcuni casi fa eseguire un’ecografia o una risonanza per confermare o smentire la diagnosi.
Quanto dura il decorso della malattia?
La periartrite della spalla può durare anche degli anni con una sintomatologia a volte molto dolorosa, per questo chi ne è affetto non può pensare di conviverci senza fare nulla per migliorare.
Quali sono le terapie per ridurre il dolore da periartrite?
Esistono diverse terapie per la riduzione del dolore e il miglioramento della mobilità.
Le meno invasive e complementari sono:
- fisioterapia: con cui lo specialista segue in un percorso terapico il paziente per ridurre i sintomi di dolore e rigidità
- terapia ad ultrasuoni: attraverso l’utilizzo dei campi magnetici (CEMP) viene favorita la riparazione dei tessuti danneggiati e la diminuzione del dolore. Con l’utilizzo di corrette frequenze si possono frantumare le calcificazioni presenti favorendo il riassorbimento delle sedimentazioni del calcio presenti in muscoli ed ossa.
La terapia più invasiva è l’intervento chirurgico
L’operazione chirurgica è l’ultima soluzione e viene sempre effettuata dopo aver tentato con le terapie conservative. Questa, si svolge in artroscopia per rimuovere il tessuto cicatriziale che è venuto a formarsi nella capsula articolare.
Come mi può aiutare la magnetoterapia?
L’abbiamo già menzionata tra le cure conservative. La magnetoterapia (CEMP) con l’utilizzo degli ultrasuoni è un ottimo aiuto. Questi, consistono in vibrazioni acustiche ad elevata frequenza in grado di far urtare le strutture cellulari per generare calore.
I dispositivi sanotech sono in grado di effettuare questo tipo di terapia per contatto con l’utilizzo di un manipolo. Quest’ultimo è separato dalla cute da un sottile strato di gel che ha la duplice utilità di favorire lo scorrimento della testina e il passaggio degli ultrasuoni.
La magnetoterapia ad alta frequenza, nel caso in cui il soggetto sia costretto ad effettuare l’operazione chirurgica, favorisce il decorso post operatorio ed affiancato alla fisioterapia il pieno recupero della mobilità.