Che cos’è osteoporosi?
Secondo l’enciclopedia Treccani l’osteoporosi e un “processo di rarefazione delle ossa dovuto alla decalcificazione e mobilizzazione dei sali di calcio in rapporto ad un’alterazione del metabolismo calcico riscontrabile specialmente in eta senile”.
Le nostre ossa hanno l’importante funzione di sostenerci. Caratterizzate da una notevole durezza siamo portati ad immaginarle statiche. Quello osseo è in realtà un tessuto vivo, soggetto ad un costante rimodellamento.
Per capire il processo dell’osteoporosi e quindi importante comprendere da cosa sono composte le nostre ossa e come si rimodellano.
Le nostre ossa sono formate da una matrice extracellulare (matrice ossea) e da una parte cellulare composta da osteoblasti e osteoclasti. I primi producono tessuto osseo mentre i secondi sono specializzati nel riassorbimento. Si trovano in alcune lacune della matrice ossea dove digeriscono sia il collagene che la matrice inorganica solubilizzandone i minerali che contiene (calcio, fluoro, fosforo e magnesio).
Questo importante processo avviene quotidianamente, porta le nostre ossa a rinnovarsi e far si che il tessuto osseo “vecchio” venga sostituito da quello “nuovo”. Si stima che lo scheletro umano venga rinnovato circa ogni 10 anni.
Lo possiamo riassumere come un equilibrio tra la deposizione ossea e il riassorbimento del tessuto osseo. L’equilibrio si stabilisce circa all’eta di 30 anni, per poi rallentare gradualmente la deposizione. In età senile il riassorbimento è il fenomeno principale.
L’intero scheletro diventa quindi più leggero in seguito alla rarefazione dell’architettura ossea rendendoci più esposti alle fratture.
Quali sono le cause principali dell’osteoporosi?
Causa principale dell’osteoporosi è l’anzianità. Come altre patologie degenerative e data da un rallentamento delle funzioni delle cellule. Tra i fattori di rischio ci sono l’inattività e la sedentarietà che possono facilitare o anticipare questa patologia. Nelle Donne, una delle
principali cause che la favoriscono è la menopausa e con essa la riduzione dei livelli di estrogeni. Altre cause possono riguardare le sedute chemioterapiche, la scarsa assunzione di calcio nella dieta e l’utilizzo di alcool e fumo.
Come si diagnostica l’osteoporosi?
Il problema principale è l’assenza di sintomi specifici. La malattia può essere diagnosticata solo con esami radiografici utili ad indagare lo stato della condizione ossea.
Per questa ragione la diagnosi è il molti casi tardiva e il paziente si ritrova fin da subito a dover affrontare la patologia ad uno stadio avanzato.
Il medico ricorre alla densitometria ossea, una tecnica che permette di valutare la densità minerale delle ossa secondo due parametri:
– T SCORE: indica quanto il valore di densità minerale si discosta dal riferimento di popolazione sana dello stesso sesso in eta 25-30 anni. Se il valore del t score è uguale a -1 si indica una densità minerale normale. Tra il -1 e il -2,5 si parla di osteopenia, sopra il -2,5 si tratta di osteoporosi.
– Z-SCORE: indica quanto la densità minerale ossea del paziente si discosta dalla media di riferimento della popolazione sana della stessa età e dello stesso sesso del paziente.
Che differenza c’è tra osteopenia e osteoporosi?
Sono due condizioni patologiche legate dalle stesse condizioni e fattori scatenanti. La differenza è nella diversa fase di evoluzione della malattia: l’osteopatia indica un basso livello di densità ossea precedente alla più grave osteoporosi.
Non trattata l’osteopenia si evolve in osteoporosi. Con l’avanzare dell’età la condizione ossea peggiora; fermare il decorso è possibile intervenendo tempestivamente con cure mirate che, nei casi migliori, portano addirittura ad evitare lo stadio avanzato.
Quali terapie esistono per l’osteoporosi?
La prevenzione è fondamentale soprattutto alle donne che superano i 50’ anni. Questa dev’essere fatta con periodici esami del sangue e radiografie per monitorare la situazione e intervenire in tempo.
Per chi è già affetto dal problema, le terapie oggi mirano a limitare il processo di riassorbimento osseo con l’utilizzo di farmaci a base di bifosfati ed estrogeni che aiutano a ridurre il rischio di fratture.
Lo stile di vita è un altro importante piano di intervento. Con l’aiuto di uno specialista, individuare le possibili carenze e stilare un piano nutrizionale ricco di calcio e vitamina d. Riguardo quest’ultima una positiva esposizione alla luce solare consente all’organismo di assimilarla e assorbirla al meglio.
La magnetoterapia aiuta nel contrasto all’osteoporosi?
Ancora una volta la risposta e SI!
La magnetoterapia a bassa frequenza ha lo scopo principale di mineralizzare le nostre ossa, ed è nota per il suo impiego nel trattamento delle fratture.
Diversi studi hanno dimostrato come l’utilizzo dei campi elettromagnetici pulsati siano in grado di ridurre la perdita della massa ossea, tra questi, la ricerca svolta dal dottor shung lang e pubblicata su pubmed nel settembre 2022. Lo studio riguarda un campione di donne affette da osteoporosi in seguito alla menopausa che dimostra come l’affiancamento dei C.E.M.P. all’ uso dei farmaci convenzionali aumenti la biodensiometria ossea nelle vertebre lombari, nel femore e nel triangolo di ward.
L’osteoporosi rimane comunque una patologia degenerativa diffusa e le soluzioni da noi offerte devono essere di natura sistemica. Ci sentiamo di consigliare l’utilizzo dei campi magnetici nelle ore di sonno con la duplice funzione di riuscire a trattare tutto il corpo e di sfruttare le ore di riposo per trarne i massimi benefici.